Breve storia locale

A Cave la castagna è molto più di un frutto: è tradizione, lavoro nei boschi e festa di comunità. I castagneti dei Monti Prenestini, curati dalle famiglie del territorio, hanno sostenuto l’economia locale per secoli, soprattutto in autunno, quando la raccolta univa generazioni diverse. La Sagra nasce per celebrare questa identità e per far scoprire ai visitatori sapori e racconti dei nostri colli.

Cenni storici

Il castagno europeo (Castanea sativa) è presente nella penisola da tempi antichi: diffuso in epoca romana per il legno e per i frutti essiccati, nel Medioevo diventa un vero “albero del pane”, fondamentale per le comunità montane. I frutti venivano essiccati nei metati (essiccatoi in pietra), macinati in farina e usati per pane, polente e dolci. Tra Ottocento e primo Novecento i castagneti coltivati (“da frutto”) raggiungono la massima diffusione; poi, con lo spopolamento rurale, molte selve vengono abbandonate. Oggi la riscoperta delle filiere locali e delle sagre ha ridato valore a questa cultura.

Valori nutrizionali

  • Energia “buona”: ricche di carboidrati complessi a rilascio graduale.
  • Fibre: favoriscono sazietà e benessere intestinale.
  • Minerali: potassio, magnesio e fosforo, utili per muscoli e sistema nervoso.
  • Vitamine: in particolare del gruppo B, a supporto del metabolismo energetico.
  • Senza glutine: naturalmente adatte anche a chi segue diete gluten-free.

Usi in cucina

La castagna è versatile: caldarroste da passeggio, castagnaccio profumato, zuppe autunnali, gnocchi e crêpes con farina di castagne, ripieni per carni bianche e dolci della tradizione. Provala anche con funghi, miele e formaggi locali: esalta sia piatti dolci sia salati.

Curiosità e “lo sapevi?”

  • Castagna o marrone? I marroni sono più grandi, con forma regolare e buccia che si pela più facilmente; spesso hanno polpa più dolce e sono preferiti per canditi e lavorazioni.
  • I metati: piccoli edifici su due livelli. Il calore del fuoco al piano inferiore essiccava lentamente le castagne stese sopra, garantendone la conservazione per mesi.
  • Legno prezioso: il castagno fornisce un legname elastico e durabile, usato storicamente per travature, paleria e botti.
  • Nomi e tradizioni: “bruciate”, “roste”, “caldarroste” — cambiano i nomi ma il profumo d’autunno è lo stesso.

Ambiente e territorio

Il castagneto è anche un ecosistema ricco: ombra, suolo fresco e biodiversità. La cura delle selve (potature, pulizia del sottobosco, raccolta responsabile) tutela il paesaggio e riduce il rischio incendi, mantenendo vivo un patrimonio culturale e naturale che a Cave si tramanda di generazione in generazione.